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TESTO Commento su Luca 5,1-11

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Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/09/2007)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Dalla Parola del giorno

E' il Padre che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferito nel Regno del Suo Figlio diletto, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.

Come vivere questa Parola?

Ancora una volta il simbolo del contrasto tenebre-luce! Quello che San Paolo proclama è una liberazione proprio dal potere delle tenebre che il Padre ha operato attraverso il "Suo Figlio diletto": Gesù .

Siamo stati liberati da Lui e per mezzo del Suo Mistero Pasquale, in forza cioè della Sua morte e risurrezione viviamo già nel Suo Regno. Anche se non godendone ancora la pienezza, ma in fede, speranza ed amore.

Gli opposti dunque, a cui San Paolo allude, sono: "il potere delle tenebre" e "il Regno del Signore Gesù.

Il "potere delle tenebre" è quella pressione esercitata dal peccato dentro un "clima" di occasione prossima al peccato. E' il potere esercitato dal dominio e dalle lusinghe delle passioni disordinate, volte a cercare tutte le gratificazioni dell'ego e a soddisfare la sua volontà godereccia, anziché a volere ciò che a "Dio piace".

Il regno del Signore Gesù è invece la condizione in cui entriamo quando, in forza del Suo amore che salva, "siamo messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce" (v.14).

Ed è luce di santi pensieri e desideri, è luce di una volontà buona che, rafforzata con ogni energi "secondo la sua gloriosa potenza", ci fa vincere le tentazioni di una vita egocentrata per dilatare mente e cuore alle esigenze dell'amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, focalizzerò bene il contrasto tra il potere delle tenebre e il regno della luce. Il primo cerca di esercitare su di me oppressione di pensieri afflittivi, di desideri egoisticamente avidi, di antipatie e risentimenti vari. Il secondo mi mette in cuore la gioia del grazie al Padre di ogni bene che, in Gesù, mi converte ogni giorno di più alla persuasione che è bello amare, che è tutto!

Signore rendi energica la mia volontà di bene, perché io possa essere forte e paziente in tutto: tale che l'amore abiti in me e io nell'amore.

La parola di uno scrittore contemporaneo

Non c'è per i cristiani una vita spirituale di serie A o di serie B; non esiste una vita cristiana mediocre. Il Concilio, primavera dello Spirito, ha richiamato tutti alla santità, alla pienezza della vita nella comunione con Cristo e tra noi, alla gioia di questa Comunione.
Lorenzo Artusi

 

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