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TESTO Commento su 1Ts 4,14

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Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/09/2007)

Brano biblico: 1ts 4,14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,16-30

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Dalla Parola del giorno

Noi crediamo che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti Dio li risusciterà insieme con Lui.

Come vivere questa Parola?

Immediatamente prima di questa proclamazione di fede, S.Paolo si rivolge agli abitanti di Tessalonica avendo a cuore di non lasciarli nell'ignoranza circa una realtà che affliggeva loro, ma affligge terribilmente ogni uomo di ogni tempo e luogo, quando non si lascia illuminare dalla fede. Si tratta della realtà della morte che "per quanti non hanno speranza" nella vita eterna, è quanto di più angoscioso esiste. È il "buco nero" per eccellenza. Le statistiche circa l'aumento di suicidi in certe fasce socioculturali segnate da ateismo, agnosticismo o anche da un cristianesimo sbiadito e dal respiro corto, parlano eloquentemente. Coltivare la dimensione della speranza cristiana è dunque importantissimo, oggi. Anche perché i mezzi di comunicazione ci fanno respirare l'atmosfera tipica di una "cultura della dimenticanza". La storia della salvezza, narrata dalla Bibbia, la testimonianza degli uomini-luce dell'Antico e ancor più del Nuovo Testamento sono realtà sottaciute o, a volte, trasmesse pesantemente, come qualcosa che storicamente si impone ma è obsoleto, fuori moda, superato o impossibile a viversi, oggi. Non è così! Siamo chiamati a darne smentita proprio "reinventando" ogni giorno il nostro modo di vivere la speranza, nel nostro oggi. Cristo crocifisso e risorto: ecco l'evento più forte, più consolante e anche tale da impegnare la nostra vita nelle situazioni che oggi ci sono date da affrontare. Di fronte alla morte dei nostri cari e alla nostra morte ineludibile, via la tristezza, via l'angoscia; ma anche via la dimenticanza!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi concederò un momento di pieno confronto col pensiero della morte sì, voglio guardarla in faccia; però attraverso le braccia del Signore crocifisso e risorto, attraverso la luce sfolgorante del suo cuore trafitto e delle sue piaghe ormai gloriose.

Signore, tu con tutta la tua persona palpiti di vita eterna. Inondami di questa certezza. Fammi portatore, portatrice di speranza.

La voce di un filosofo

Voi vivete come se doveste vivere sempre, non pensate mai alla vostra fragilità, non volete considerare quanto del vostro tempo è già trascorso. Buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte inesauribile.
Seneca

 

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