TESTO Commento su Matteo 23,27-32
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
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Mercoledì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (29/08/2007)
Vangelo: Mt 23,27-32
«27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. 28Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, 30e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. 31Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. 32Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Gesù si scaglia contro i farisei, uomini religiosi e scrupolosi nell'osservare le prescrizioni della religione ebraica. Eppure tanto zelo maschera il vuoto interiore che diventa morte spirituale. Il Vangelo infatti non può essere solo una pia copertura esteriore, ma deve invadere il nostro cuore e trasformarlo, perché tutta la nostra vita venga come resuscitata dalla morte di sentimenti freddi e atteggiamenti duri e insensibili verso gli altri. E' facile infatti a volte diventare giudici degli altri per prendere le distanze da chi ai nostri occhi sbaglia. Chi fa così però nasconde la propria debolezza e il bisogno di essere sostenuti ed aiutati dal Signore per essere migliori. Sentirsi giusti ci rende disumani, riconoscersi deboli e bisognosi ci fa assumere l'atteggiamento del discepolo che ha bisogno del Signore, l'unico ad avere "parole di vita eterna".