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TESTO Commento su Matteo 14,22-36 (o Matteo 15,1-2.10-14)

mons. Vincenzo Paglia   Diocesi di Terni

Martedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/08/2007)

Vangelo: Mt 14,22-36 (o Mt 15,1-2.10-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù invita i discepoli a salire sulla barca e a precederlo all'altra riva, mentre lui avrebbe congedato la folla. Alla fine, dopo che tutti (folla e discepoli) si sono allontanati, Gesù, da solo, sale sul monte a pregare. E una scena che si trova spesso nei Vangeli (evidentemente aveva impressionato non poco i discepoli e la prima comunità cristiana). Mentre la barca stava traversando il lago si scatena una tempesta. L'Evangelista sembra suggerire che senza Gesù è facile l'alzarsi dei venti e delle tempeste. In ogni caso, la notte, ogni notte, è sempre piena di paura. Ma viene l'alba. E mentre sorge il sole Gesù si avvicina ai discepoli, camminando sulle acque. La paura confonde le idee e lo sguardo dei discepoli; pensano sia un fantasma. Gesù si rivolge direttamente a loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!" E subito esaudisce la preghiera di Pietro: "Vieni!" gli dice. Forse Pietro riconosce la voce del primo incontro sulla riva dello stesso lago e subito ancora una volta lascia la barca e le reti e va verso Gesù. E anche lui cammina sulle acque. La risposta fiduciosa e immediata alla chiamata del Signore fa compiere sempre miracoli. Arrivano però i dubbi e Pietro affonda. Sale di nuovo la preghiera e Gesù prende per mano il povero Pietro. Quel che conta è non staccarsi dal Signore e seguire sempre la sua voce.

 

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