TESTO La preghiera, polmone della vita
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/02/2003)
Vangelo: Mt 5,13-16
29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Stamani mi sono consolato leggendo la giornata tipo di Gesù così come ce la racconta Marco.
Leggete bene, per favore, guardate alla quantità impressionante di attività del Nazareno: annuncio del vangelo, ascolto delle persone, guarigioni, il simpatico quadretto della guarigione della suocera di Pietro. Ma il cuore della Parola di oggi è in quell'annotazione finale; Gesù che – di notte – scappa quasi di nascosto per rifugiarsi nella preghiera.
Sì, amici, è la preghiera il segreto di Gesù, è questo prolungato e notturno colloquio col Padre che gli dona la forza di farsi carico di tutta la sofferenza che lo circonda, di affrontare le incomprensioni e le fatiche della sua vita apostolica. Anzi, più la situazione si ingarbuglia, più la sua fama cresce, più gli impegni si moltiplicano e più tempo Gesù dedica a questa preziosa attività.
Purtroppo, però (o per fortuna?) nulla sappiamo della sua segreta preghiera notturna, non un manuale, non un libretto di istruzioni. E allora naufraghiamo, un po' smarriti, un po' amareggiati. Intendiamoci, amici: chi ha una bella vita di preghiera smetta li leggere, non si turbi. Ma chi, come me, fatica a pregare, si perde appena inizia a recitare una formula, abbia la pazienza di leggere. La preghiera non è una lista di richieste a Dio, la preghiera non è uno sforzo che ci imponiamo al fine di dirci ancora discepoli, la preghiera non è necessariamente legata al desiderio e alle voglie...
La preghiera, ci suggerisce Gesù, è questo misterioso e intimo incontro con l'assoluto di Dio, è il silenzio che invade il cuore e ci dona la capacità di leggere la nostra vita e la storia. All'inizio è difficile, certo: si ha l'impressione di parlare con un muro, ci si sente ridicoli. Bisogna insistere, con umiltà, lasciare che la Parola di Dio faccia breccia nei nostri mille pensieri, riesca a perforare la scorza dell'abitudine e allora accade.
Accade, amici, promesso. Accade che quel brano di Vangelo ascoltato mille volte canti nel tuo cuore e ti faccia sgorgare un fiume di lacrime. Accade di non avere parole per esprimere il tuo scoraggiamento e di recitare un salmo che ti affiora dal profondo della memoria. Accade di udire la parola giusta al momento giusto, in una parola la preghiera diventa silenziosa presenza che riempie e motiva la vita. All'inizio è un po' difficile e faticoso, ma non scoraggiatevi: la preghiera ha bisogno di un luogo, di un tempo, di una parola detta e ricevuta, di una comunità in cui celebrarla.
Di un luogo, anzitutto: perché non prendere la bella abitudine, in casa nostra, di ritagliare un luogo di deserto: la bibbia, una candela, un'icona possono bastare per fare di quella mensola una piccola Cattedrale. Un tempo: cinque minuti al giorno di orologio vissuti nel silenzio, con la Parola di Dio in mano, nel momento più opportuno (chi al mattino presto, chi alla sera, chi sulla panchina del parco in pausa pranzo). Una parola detta: la mia giornata, il mio stato d'animo, il mio "grazie", l'importante e che sia autentica e rivolta la Padre che sa ciò di cui ho bisogno.
Una parola ricevuta: leggendo un salmo, la Parola ascoltata alla domenica, un brano di vangelo – breve – da leggere due o tre volte invocando lo Spirito e concludo – sempre! – con la preghiera insegnataci dal Maestro e con un'invocazione alla prima dei discepoli, Maria di Nazareth. Infine la tensione verso la comunità: nella celebrazione gioiosa e festosa della domenica, se possibile, nel partecipare ad un incontro infrasettimanale, nel sapere che mentre sto pregando, certamente da qualche parte del pianeta un altro fratello cristiano sta pregando con me (una globalizzazione dell'amore!).
E' possibile, amici, credetemi, la preghiera può cambiare la vita, renderla più autentica e felice. La preghiera può scaturire dal cuore quando meno te l'aspetti: un requiem se al telegiornale sentiamo di qualche uccisione, un augurio segreto (terroristi dello Spirito!) a quel tale imbronciato seduto di fronte a me sulla metro, una lode insieme a frate Francesco ai primi tepori della primavera... E voi coppie cristiane, non esitate a pregare insieme, almeno un Padre Nostro recitato insieme, per affidare a Dio la vostra famiglia. Il segreto della vita di Gesù è il suo intimo colloquio col Padre. Perché non imitarlo?