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TESTO Commento Luca 9,51-62

padre Paul Devreux

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (01/07/2007)

Vangelo: Lc 9,51-62 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

La prima lettura parla della chiamata di Elia a nominarsi un successore e lo fa pur sapendo che la conseguenza di ciò sarà poi il doversi fare da parte, segno che si fida del Signore e che ne capisce l'importanza.

Abbiamo anche la chiamata d'Eliseo, che accetta che gli sia messo addosso il mantello d'Elia, il che corrisponde ad acquisire l'identità dell'altro, a scapito della sua. Eppure accetta, segno che anche lui si fida e ne capisce l'importanza.

Nel Vangelo vediamo Gesù che si dirige decisamente verso Gerusalemme. Anche lui lo fa perché ne capisce l'importanza e lo può fare perché si fida di suo Padre.

Gesù fa anche delle proposte che sembrano esagerate, se non addirittura disumane, ma ciò che va colto è il messaggio di fondo che è questo: c'è un'urgenza, quella di annunciare il regno di Dio, parlare della sua presenza all'umanità, ed è urgente proprio perché è l'aiuto migliore che possiamo dare e ricevere, per avere la forza di affrontare e risolvere le mille urgenze che il quotidiano ci mette davanti.

Tutti siamo chiamati in qualche modo a seguire e parlare del Signore; è l'identità stessa del cristiano. Cristiano è colui che quotidianamente risponde ad una chiamata. Ciò che conta non è se corro o cammino, l'importante è camminare nella giusta direzione capendo che questa è la priorità. Siamo chiamati a parlare del Signore.

Facciamo degli esempi: i discepoli, contrariati dal rifiuto dei samaritani, chiedono a Gesù il permesso di annientarli. Gesù li rimprovera. Lui sa che non è la soluzione migliore, che il male attira il male e va combattuto con il bene; ma per avere la forza di farlo ci vuole una gran fiducia nel Signore. Ecco perché annunciare il Signore è l'urgenza principale.

I palestinesi vorrebbero annientare gli israeliani perché hanno occupato le loro terre, li capisco. Gli israeliani vorrebbero annientare i palestinesi perché hanno occupato le loro terre. Li capisco. Ma io cosa voglio? Qual è secondo me la soluzione dei conflitti, dei problemi?

Gesù dice: "C'è un'urgenza! Parlare del Padre nostro".

 

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