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TESTO Commento su Luca 1,57-66.80

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

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Natività di S. Giovanni Battista (Messa del Giorno) (24/06/2007)

Vangelo: Lc 1,57-66.80 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,57-66.80

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Il posto che occupa Giovanni Battista nella storia della salvezza spiega l'antica origine del suo culto in tutta la Chiesa: sia l'Oriente che l'Occidente fin dai tempi antichi celebrano la festa in suo onore. L'Occidente ha scelto la data del 24 giugno facendo riferimento al Natale di Cristo: la nascita di Giovanni ebbe luogo sei mesi prima di quella di Cristo. Le letture che sono state proclamate, tratteggiano il volto del Battista: un uomo pensato, chiamato e inviato fin dall'eternità; un uomo secondo "il cuore di Dio" che ne preannuncia, con tutta la vita, la venuta; un uomo sul quale è posata la "mano del Signore" e, per il quale, i cuori si aprono alla lode e alla benedizione; egli è la voce della Parola, ci dice il Vangelo scritto dall'evangelista Giovanni. Un uomo, dunque, inserito fin dalla nascita in un progetto più grande: nasce, vive e muore per Cristo. Ancora oggi egli è per noi un indice puntato oltre, verso Colui che è venuto, viene e verrà. È il precursore: "L'amico doveva nascere prima dello sposo, il servo prima del suo signore, la voce prima del Verbo, la fiaccola prima del sole, il messaggero prima del giudice, il riscattato prima del redentore. Giovanni stesso l'ha detto: «Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele» (Gv 1,30-31). Giovanni è stato precursore del Cristo con la sua nascita, la sua predicazione, il suo battesimo e la sua morte" (san Pier Damiani). La Chiesa celebra il giorno della "nascita al cielo" dei suoi santi: per Giovanni, che preannuncia e prepara la nascita di Gesù, fa una eccezione. Festeggiare la sua natività, guardare a lui non come spettatori, ma come coloro che cercano il volto del Cristo nei suoi santi, significa mettere in luce la nostra identità di cristiani. Cristiano: prolungamento di Cristo. Forse non sempre il nostro vivere, il nostro parlare, le nostre scelte sono conformi alla nostra vocazione. Celebrare la nascita del Battista sia per noi, oggi, anche motivo di revisione di quello che siamo, facciamo e diciamo. Ci aiuti colui il cui "compito" è stato quello di orientare i cuori a Cristo; la sua intercessione ci conduca per le vie della conversione. Questo uomo venuto da Dio è anche il "modello" del cristiano, di tutti noi. Il battesimo ci ha posti come testimoni della luce in mezzo alle genti. Così ci esorta il Papa nella NMI 16: "Gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di «parlare» di Cristo, ma in certo senso di farlo loro «vedere». E non è forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo millennio? La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto. Il Grande Giubileo ci ha sicuramente aiutati ad esserlo più profondamente. A conclusione del Giubileo, mentre riprendiamo il cammino ordinario, portando nell'animo la ricchezza delle esperienze vissute in questo periodo specialissimo, lo sguardo resta più che mai fisso sul volto del Signore". La nostra vita sia un dito puntato su questo volto santo. Dio ha voluto accreditare Giovanni presso gli uomini come precursore di colui che dobbiamo ascoltare e seguire; ora il preannunciato dal Battista, colui che toglie i peccati del mondo, è qui con noi e si fa nostro cibo. Per questo rendiamo grazie al Padre. E lo ringraziamo pure per tutti coloro che anche oggi preparano la strada a Cristo Signore, soprattutto per coloro che in famiglia, al lavoro e a scuola, nello sport e nel gioco, sono stati per noi autentici testimoni della luce.

 

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