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TESTO Commento su Tb 3,24-25

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Mercoledì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/06/2007)

Brano biblico: Tb 3,24-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

La preghiera di tutti e due venne accolta davanti alla gloria di Dio, e fu inviato il santo angelo del Signore a soccorrerli.

Come vivere questa Parola?

Il dolore, con sfaccettature diverse, viene a bussare sia alla porta di Tobi, un anziano genitore, che a quella di una giovane donna, Sara. Circostanze penose gettano sia l'uno che l'altra in uno stato di prostrazione da cui faticano a risalire. L'unica via d'uscita sembra loro la morte che entrambi invocano. Nel loro sconforto, tuttavia, non perdono la fiducia in Dio e gli si rivolgono con umile confidenza. Dal loro cuore sgorgano preghiere accorate, ma scevre da ogni ombra di ribellione o di pretesa. Si riconosce e si esalta la giustizia di Dio e a Lui ci si affida perché disponga secondo il suo volere. E siamo al cuore di ogni autentica preghiera, che, lungi dal voler piegare la volontà di Dio alla propria, riconosce loda e si rimette alla bontà di Colui che tutto guida con giustizia e amore. Il ricorso a Lui deve muovere da questa fondamentale consapevolezza e, soprattutto dopo che Gesù ci ha rivelato il volto paterno di Dio, deve avere connotazioni filiali. Sì, pregare è entrare in rapporto dialogico con un Dio che è "Padre", è tuffare il proprio cuore, le proprie ansie, le proprie lotte, le proprie gioie, tutto, proprio tutto in Lui. È riconoscersi amati infinitamente e, quindi, aprirsi alla riconoscenza e alla lode. Ecco allora che la preghiera di invocazione e di intercessione si intreccia con quella di ringraziamento e di lode. Nell'atto stesso di chiedere si sente il bisogno di ringraziare, nella certezza che, comunque, la nostra preghiera è accolta davanti a Dio ed Egli "invierà il suo santo angelo a soccorrerci" secondo modalità e tempi determinati dal suo amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi immergerò in questa consapevolezza: Dio è Padre e desidera che io mi rivolga a Lui con confidente abbandono

Abbà, Padre, Padre mio, Padre nostro! Tu non sei un Dio lontano e incurante delle tue creature. Io mi rimetto a te con fiducia filiale e ti benedico per avermi svelato il tuo volto.

La voce di un padre del deserto

Non è necessario parlare molto nella preghiera, ma stendiamo sovente le mani e diciamo: «Signore abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai". Quando la tua anima è in angustiata, di': «"Aiutami". E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene».
Abate Macario

 

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