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TESTO Commento su Giovanni 17,11-19

Missionari della Via  

Mercoledì della VII settimana di Pasqua (15/05/2024)

Vangelo: Gv 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù prega per noi perché siamo forti nella prova e perché siamo custoditi dal maligno, vivendo nel mondo ma senza essere del mondo. Una persona da giovane sognava di cambiare il mondo; a mezza età di cambiare se stesso, da anziano pregava: «Signore, fa' che il mondo non cambi me!». Possiamo dire di vivere nel mondo ma senza essere del mondo? Cioè, senza appartenere alla sua logica egoista, consumista, edonista (= che cerca solo il proprio piacere)? E ancora, Gesù prega dicendo: «Consacrali nella verità. La tua Parola è verità. Per loro consacro me stesso». Dunque, Gesù ha consacrato, ha sacrificato se stesso perché siamo consacrati nella verità. In questa preghiera è come se dicesse: immergili in me, Padre, attirali, tirali dentro di me, perché uniti a me siano felici, vivano per sempre, custoditi dal Maligno, resi forti contro la tentazione e nell'ora della prova. Questo “essere immersi” nella verità comporta la “lotta spirituale” per rimanervi: comporta lottare contro la tentazione, opponendosi alle varie forme di pigrizia, di ingiustizia, di menzogna e anche accettarne il carattere esigente, quando essa bussa al nostro cuore in tanti modi, che sia nella preghiera, attraverso un'omelia o una catechesi, che sia attraverso un confronto fraterno... Chiediamo al Signore che ci aiuti ad amare e vivere nella verità, cioè in Lui, in comunione con Lui, obbedienti alla sua Parola.

«"La tua parola è verità". I discepoli vengono quindi tirati nell'intimo di Dio mediante l'essere immersi nella parola di Dio. La parola di Dio è, per così dire, il lavacro che li purifica, il potere creatore che li trasforma nell'essere di Dio. E allora, come stanno le cose nella nostra vita? Siamo veramente pervasi dalla parola di Dio? È vero che essa è il nutrimento di cui viviamo, più di quanto non lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo davvero? La amiamo? Ci occupiamo interiormente di questa parola al punto che essa realmente dà un'impronta alla nostra vita e forma il nostro pensiero? O non è piuttosto che il nostro pensiero sempre di nuovo si modella con tutto ciò che si dice e che si fa? Non sono forse assai spesso le opinioni predominanti i criteri secondo cui ci misuriamo? Non rimaniamo forse, in fin dei conti, nella superficialità di tutto ciò che, di solito, s'impone all'uomo di oggi? Ci lasciamo veramente purificare nel nostro intimo dalla parola di Dio?» (Benedetto XVI).

 

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