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TESTO Commento su Matteo 25,1-13

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S. Caterina Da Siena (29/04/2004)

Vangelo: Mt 25,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,1-13

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Dalla Parola del giorno

A mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo Sposo, andategli incontro!".

Come vivere questa Parola?

La liturgia, oggi, ci propone la grande figura di santa Caterina da Siena. Una giovane donna vissuta in un'epoca piuttosto turbolenta. Sì, era "mezzanotte" per un'umanità che aveva smarrito la via del vangelo. Eppure, nelle tenebre che avvolgevano la società e penetravano la stessa Chiesa, c'erano uomini e donne che vegliavano con le lampade accese. Le ombre persistenti non erano riuscite a spegnere in loro la certezza della Luce. Vivevano immersi nell'"ora" di Cristo, un'ora di morte-vita, che ormai attraversa la storia con il suo decisivo trionfo. Per questo la mezzanotte non li trova appesantiti dal sonno e il grido gioioso li fa balzare in piedi, pronti ad "uscire", nel cuore della notte, incontro allo Sposo. Sì, il vangelo non invita ad un'attesa sonnolenta, segnata da calcoli prudenziali e da inconsistenti paure. Lo Sposo lo si incontra nel vivo delle situazioni, là dove la notte tende a protrarsi. Il cristiano non può essere un rintanato, che vive il più possibile lontano dalla mischia in un intimistico a tu per tu con Dio. Proprio perché figlio della luce è chiamato a immettersi nella notte, tenendo ben alta la lampada accesa, continuamente alimentata dalla preghiera. "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo" ci ricorda il Concilio. È la notte che dobbiamo condividere con tutti gli uomini, impegnandoci con loro perché presto si annunci l'alba di un nuovo giorno, di cui i nostri occhi hanno già contemplato lo splendore nel volto del Risorto.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascerò scuotere dall'esempio di S.Caterina. Una donna (la donna allora non contava nulla) per di più giovane e illetterata che si fa mediatrice di pace presso i potenti di allora e presso lo stesso Pontefice. Anche oggi il mondo ha estremo bisogno di pace. Io cosa faccio?

Dammi, Signore, il coraggio di immettermi nella notte in cui vivono i miei fratelli, assumendone le ansie, le tristezze, le angosce, anzitutto in preghiera e poi nell'impegno a essere in tutto strumento di pace dove vivo.

La voce di un profeta dei nostri giorni

Per affrettare un'era nuova, i cristiani hanno un cammino tracciato: non mettersi a rimorchio degli avvenimenti, ma porsi all'incrocio delle strade con cuore riconciliato.
Roger Schutz

 

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