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don Michele Cerutti

Lunedì della IV settimana di Pasqua - anno A (22/04/2024)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,1-10

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Ieri abbiamo contemplato Cristo buon e bel Pastore.

Oggi lo sguardo è ancora rivolto a questa icona con brani evangelici tratti da Giovanni che ci aiutano a identificare Gesù con questo appellativo.

Tuttavia la figura di Pietro ci aiuta a comprendere, con l'episodio raccontato da Atti, cosa significa che Cristo è il buon e bel Pastore.

Il Principe degli Apostoli ci dice che le pecore a cui siamo indirizzati sono anche coloro che possono essere lontani dai nostri ambienti.

Ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre“ dice Giovanni in altri versetti del capitolo che abbiamo proclamato.
Cornelio ci indica la responsabilità della missione.

Questa ci apre al mondo che deve ancora sentire un nuovo annuncio di salvezza.

La Chiesa, da Cornelio in poi, fa propria la dimensione missionaria, nella consapevolezza che Cristo è venuto per tutti.

Tale dimensione trova fondamento anche nel Vangelo quando Gesù non disdegna di parlare con una samaritana, alla donna fenicia concede il miracolo.

Questa spinta alla missione ci richiede allora anche a noi di vincere le paure e i timori gli stessi che hanno attraversato Pietro nell'andare verso questo pagano e vincendo anche tutte le nostre precomprensioni.

Spinta che ci deve condurre là dove viviamo di testimoniare con la nostra vita cercando di essere in primis uomini e donne di comunione e poi anche con le parole spezzando a coloro che non conoscono il Vangelo, la Parola di Dio come fondamento della speranza.

Tra qualche giorno iniziamo il mese di Maggio, invochiamo Maria, come stella dell'evangelizzazione per sostenere il nostro cammino di missionari chiamati a essere fermento nelle nostre realtà dove ancora stenta a crescere il nome di Gesù, buon e bel Pastore.

 

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