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TESTO Lasciare le reti, per entrare in rete e fare rete

padre Ezio Lorenzo Bono  

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (21/01/2024)

Vangelo: Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Di fronte ad ogni scoperta o novità ci sono sempre quelli che vogliono ostacolare il progresso. Avvenne per esempio con l'invenzione della scrittura e della produzione di libri che secondo questi tali avrebbero segnato un regresso e imprigrimento delle persone le quali non avrebbero più esercitato la mente nel memorizzare tante cose che ora potevano ritrovare comodamente per iscritto. Lo stesso avvenne con l'invenzione della calcolatrice e dei computer che avrebbero atrofizzato la capacità di fare i calcoli (quando in realtà hanno aiutato a fare calcoli astronomici impossibili per la mente umana). Così ora con l'intelligenza artificiale, in modo speciale con ChatGPT (e la sua versione .4) c'è chi sostiene renderebbero l'uomo più stupido e ostaggio delle macchine più intelligenti di lui che penseranno al suo posto.
Di fronte ad ogni novità appaiono schiere di reazionari, antimodernisti o “indietristi...” come li chiama Papa Francesco. Basti solo vedere le reazioni alla recente dichiarazione sulle benedizioni delle coppie irregolari o dello stesso sesso.
Riguardo a Internet, il direttore di Radio Maria padre Livio Fanzaga, aveva affermato che “Satana sa utilizzare Internet e tutti i mezzi di comunicazione molto meglio di noi”. Per fortuna che i nostri Papi negli ultimi decenni hanno mostrato un'apertura di fronte alla rivoluzione digitale senza intraprendere inutili e sterili crociate. Certo non hanno mancato di rilevare anche le criticità di questo fenomeno: Benedetto XVI ha ricordato i rischi della virtualità con l'”esaltazione della violenza” e del “degrado sessuale” e ha richiamato la necessità di un controllo, altrimenti come aveva già detto il Papa San Giovanni Paolo II, sarebbe come avere una biblioteca senza bibliotecario. Gli ultimi Papi hanno portato la Chiesa e i fedeli a vedere in questa rivoluzione digitale più un'opportunità che un pericolo: “Per la Chiesa il nuovo mondo del cyberspazio chiama alla grande avventura dell'uso delle sue potenzialità per trasmettere il messaggio divino”.
Anche per i Padri Sinodali la rete Internet non è una minaccia, ma una nuova strada di evangelizzazione da percorrere con libertà, prudenza e responsabilità: “Siamo chiamati a diventare “l'Apostolo Paolo digitale del Terzo Millennio”.
Il Messaggio per la Giornata della pace del primo gennaio di quest'anno (2024) dal titolo “Intelligenza artificiale e Pace” in modo originale mostra come le sfide che l' I. A. pone sono quindi non solo tecniche, ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche.

Anche il Vangelo di oggi della chiamata dei primi quattro apostoli, ci parla di reti. Quando Gesù chiama Simone e Andrea, il vangelo ci dice “E subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Loro abbandonano le reti, ma Gesù farà loro riprendere le reti, anche se in un'altra dimensione, per pescare non più pesci, ma uomini: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. Le nuove reti che hanno usato per pescare gli uomini sono quelle della predicazione, dell'invio nei villaggi circostanti, dell'operare prodigi... Quali reti Gesù inviterebbe ad usare oggi, oltre a quelle già usate? Penso che inviterebbe ad usare anche la rete di internet per pescare tanti uomini e donne che altrimenti sarebbero irraggiungibili.
La chiamata degli apostoli che abbiamo ascoltato ora nel vangelo, non riguarda la vocazione dei sacerdoti o delle suore, ma la chiamata di ciascun fedele a diventare pescatore o pescatrice di uomini e donne: ecco che ciascuno di noi deve prendere coscienza di essere non solo destinatario ma anche protagonista dell'evangelizzazione.
E cosa dobbiamo annunciare? Il Vangelo: “Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio”. Oggi Marco ha riportato le prime parole pronunciate da Gesù «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Non dobbiamo avere una laurea in teologia o in marketing e comunicazione, basta conoscere e cercare di vivere il Vangelo per poterlo annunziare. E noi come cattolici, a differenza dei protestanti che hanno come riferimento solo la Bibbia (Sola Scriptura), abbiamo anche il Magistero della Chiesa, la Tradizione. Perciò impegniamoci anche nella conoscenza del Magistero della Santa Chiesa che cerca di rileggere e incarnare il Vangelo nella realtà di questo mondo in continua trasformazione.

Come l'enciclica Laudato Sì e le esortazioni apostoliche “Querida Amazonia” e “Laudate Deum” hanno posto la Chiesa al centro del dibattito internazionale sull'ecologia e la salvaguardia della casa comune, così pure i vari interventi degli ultimi decenni sul mondo digitale, inseriscono la Chiesa in un ruolo di primo piano nel dibattito in corso con un contributo originale.
La rete è occasione di amicizia, di incontro (anche se virtuali) con persone di tutto il mondo che non avrei mai conosciuto. Papa Benedetto XVI ha sottolineato che la rete deve unire, “che il mondo digitale sia un mondo veramente accessibile a tutti” superando così il pericolo del “digital divide” (la divisione digitale che aumenterebbe la frattura tra paesi ricchi e poveri) e l' “apartheid digitale”: “Sarebbe un grave danno per il futuro dell'umanità - denuncia il papa - se i nuovi strumenti della comunicazione, che permettono di condividere sapere e informazioni in maniera più rapida e efficace, non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati o se contribuissero solo a incrementare il divario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno sviluppando al servizio dell'informazione e della socializzazione umana”.

Per concludere.
L'invito di oggi è quello di lasciare le reti che ci ingabbiano e ci soffocano in tante cose inutili, per riprendere le reti e entrare in rete, per “pescare” a Gesù gli uomini e le donne del nostro tempo.
Padre Antonio Spadaro sostiene che la rete è un contesto in cui la fede è chiamata ad esprimersi per connaturalità, e quindi non uno spazio di propaganda ma di testimonianza, dove deve trasparire lo stile dei cristiani che vivono la rete.
Come per la salvaguardia della casa comune Papa Francesco ci invita a uno stile di vita più sobrio, riducendo il consumo di carburanti fossili, l'uso della plastica e il consumo di carne, così siamo invitati a salvaguardare la casa comune della rete entrando in rete e facendo rete con le altre realtà cristiane presenti in internet (e sono tantissime), per scambiare esperienze e confermarci reciprocamente nella fede.
Anche il Patto Educativo Globale ci invita a fare rete, a entrare in rete con gli altri.
Come Dio ci ha resi custodi del mondo della natura con il compito di proteggerlo dallo sfruttamento selvaggio, dalla sporcizia e dell'inquinamento, così oggi ci invita a essere custodi del mondo digitale per sfruttare al meglio le sue potenzialità per la crescita e il beneficio di tutti, seminando bellezza con i nostri commenti positivi, blog, webpage, canali Youtube, profili Facebook, Instagram, TikTok etc. Se gli antichi missionari attraversavano fiumi e scalavano montagne per annunciare il Vangelo, noi, attraverso la rete possiamo arrivare ancora più lontano di loro e pescare molti più uomini e donne a Cristo. E allora: Buona pesca a tutti.

 

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