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TESTO Il posto giusto

don Maurizio Prandi

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2021)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Sono tante le suggestioni che mi porto dentro in questo Natale, che ci portiamo dentro come comunità credo, un altro Natale certamente non facile, con tante incertezze, ma che non può non farci andare al Natale che il Vangelo ci racconta, e che non ha nulla a che fare con quella magia del Natale della quale si sente parlare. Nei pensieri che ci siamo scambiati mi ha colpito molto una domanda che grazie ad Alessandra ci siamo fatti: Gesù che nasce nella mia vita, cosa trova? Gesù trova quello che di quella notte il Vangelo ci ha raccontato, trova fatica, disorientamento, sfiducia, buio, torpore, relazioni prive di corpo: tutto questo certo, ma trova anche, per quanto piccola o flebile, una fiamma di desiderio che arde. Disorientati noi, ma anche Giuseppe e Maria che non trovavano un posto dove far nascere il loro figlio. Il buio che volte fa parte della nostra vita è un buio condiviso allora, il torpore dal quale i pastori sono stati svegliati dai loro compagni che vegliavano, è un torpore condiviso.

Lego questi pensieri a quanto si diceva a proposito della dignità nella condivisione sul Vangelo della notte di Natale e sul fatto che la Luce avvolge la dignità di persone che faticano, si mettono in cammino con tante domande nel cuore, la Luce avvolge e dà dignità agli esclusi (Giuseppe e Maria) agli umiliati (i pastori), la luce e l'annuncio: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e Pace in terra agli uomini che Egli ama. Che bello: se vogliamo che il volto di Dio si conosca e risplenda (la sua Gloria), dobbiamo accogliere e costruire insieme il dono della Pace. Si, perché con la sua nascita Gesù ci rivela che il volto di Dio è un volto di Pace. C'è questa responsabilità per noi: la comunità cristiana, nella misura in cui intende dare gloria a Dio disegnandone il volto, deve essere segno e strumento di pace fra gli uomini (B. Maggioni). La gratuità dell'amore di Dio e la dignità dell'uomo, l'universalità dell'amore di Dio e la dignità, ripeto, degli umiliati ai quali per primi viene rivolto l'annuncio della pace. Bello che il vangelo ci dica che la pace cominci da loro e che loro per primi siano introdotti nella bellezza di un Dio che si fa uomo. Riscrivo allora quello che si diceva mercoledì sera: la luce illumini la dignità dei quadri che il vangelo descrive. Giuseppe e Maria sono persone in cammino e quindi alzate, e per questo dignitose. I pastori si alzano e si mettono in cammino, anche loro persone alzate. Gesù, nascendo in questo modo ha dato dignità a tutti, se il figlio di Dio nasce in questo modo dà dignità a tutte le nascite!

Allora, forse sono, diceva qualcuno, forse tutti siamo il posto giusto dove far nascere Gesù, perché in me, in noi ci sono tutti gli ingredienti di quella notte; la luce che illumina la dignità, sarà quella di una stella che indica una direzione ben precisa ai Magi: Betlemme, che vuol dire piccolezza, che vuol dire mangiatoia, che vuol dire semplicità, povertà, ma anche rifiuto, non accoglienza, emarginazione. Non c'era posto per loro. Gesù viene, Gesù nasce dove non c'è posto. Non viene in una chiesa preparata, perfetta: viene in tutte le nostre difficoltà, dubbi, fatiche, le certezze e le perfezioni le lascia ad altri, viene e ha bisogno che noi lo portiamo nel mondo perché di noi si fida.
Bello che Dio irrompa nella vita e nella storia come un segno piccolo: Questo per voi il segno, il segno è per voi detto ai pastori, per noi che leggiamo, ripeto che è un segno piccolo, un segno se volete normale: un bambino, ci sono grandi annunci e un piccolo evento, qualcosa di storico e mondiale e una mangiatoia, si muovono migliaia di persone ma tutta la storia è illuminata e mossa da un bambino. Un segno piccolo ma anche nascosto: la nascita avviene di notte, come la Risurrezione avviene di notte, un Re al buio e per questo quasi invisibile, un Re “assente”, un Re adagiato in una mangiatoia (deposto dice il verbo greco, proprio come la deposizione di Gesù nel sepolcro), in quel Re, in Gesù il rovesciamento dei canoni: Gesù, il figlio di Dio si presenta, si lascia accompagnare da segni piccoli!
C'è la gioia di tutto il popolo, c'è una moltitudine in cielo, ecco: Gesù riguarda tutti, riguarda questa moltitudine (quella parola: moltitudine, che nel greco del vangelo indica tutti è la stessa che usano i vangeli quando ricordano le parole di Gesù nell'ultima cena).
In mezzo a tante fatiche (chi può fare esperienza di questa Luce che avvolge e travolge quasi la vita, quasi sempre rimane un desiderio e non una esperienza perché nella vita di tutti i giorni si fa così sottile quella luce) non possono però non abitare in noi la Speranza e la Gioia di saperci il posto giusto per Gesù che ancora una volta vuole nascere portando luce e illuminando la dignità e la vita di tutti!

 

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