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TESTO Commento su Marco 6,30-34

don Michele Cerutti

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/07/2021)

Vangelo: Mc 6,30-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Davide eleva la sua preghiera che abbiamo fatto nostra nel salmo proclamato dopo aver vinto il filisteo Golia.
Saul lo aveva avvertito sulla pericolosità di questo nemico, ma Davide aveva risposto che non avrebbe avuto paura perché ha sperimentato nella cura del pascolo affidato dal padre, alcuni pericoli come le aggressioni del leone.
Davide sa benissimo che il Buon Pastore non farà mai mancare il suo aiuto.
Noi dobbiamo essere immagine di questo pastore.
Nelle ultime due domeniche abbiamo meditato sulla figura del profeta.
Tutti i battezzati sono profeti, ovvero, capaci di indicare nelle diverse circostanze della vita le vie della salvezza.
Questa domenica siamo invitati a considerare che siamo tutti sacerdoti sempre in forza del Sacramento dell'iniziazione cristiana ovvero dobbiamo essere custodi degli altri.
La denuncia contro i falsi pastori non è rivolta solo ai sacerdoti ordinati ma deve essere raccolto da tutti.
Un appello alle nostre coscienze per tutte le volte che non abbiamo custodito il fratello lasciandolo nell'errore e rischiando di perderlo.
Lo stile lo offre Gesù che dopo aver inviato i suoi li raduna perché possano riposare e ricaricarsi nell'intimità della preghiera.
La missione nasce e giunge al culmine crescendo nell'intimità con Lui.
Gesù, tuttavia, non si sottrae dalle richieste delle folle che lo seguono e mosso da quella compassione che lo contraddistingue ogni volta che vede gli effetti del male si prodiga per soddisfare le loro richieste.
La preghiera diventa anche (e sottolineo anche per evitare fraintendimenti) azione dove la priorità è la custodia del fratello.
Lo spiega bene un grande Santo della Carità quando afferma che quando aiutiamo chi è nel bisogno e ci stacchiamo dalla preghiera lasciamo Dio per Iddio.
Chiediamo questo stile capace di coniugare pietà e carità sull'esempio di un altro grande Santo Camillo de Lellis: Non mi piace una pietà che tolga le mani alla carità.
Il modello è Gesù che Paolo presenta alla comunità di Efeso come coLui che ha rotto il muro di separazione tra Dio e gli uomini.
Lui non solo è il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore, ma è anche l'agnello che viene condotto al macello e ha donato il sangue per la nostra salvezza.
Siamo chiamati a essere custodi l'uno dell'altro proprio perché siamo costati il suo sangue.
In queste ultime settimane di Luglio, nel mese dedicato al preziosissimo Sangue, oltre a aumentare la devozione per questo dono immeritato cresciamo nel custodirci a vicenda.

 

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