PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (22/11/2020)

Vangelo: Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Questa domenica celebriamo la solennità della regalità di Cristo, che chiude l'anno liturgico. Siamo invitati a riflettere, con timore e tremore, sul senso vero della storia, dell'uomo e dell'universo intero ma con un senso di grande fiducia e serenità.
Cristo “ Re dell'universo” riflette bene il senso della signoria di Dio trascendente sull'universo, presente sul creato e nella storia dell'uomo, il quale non lo può manipolare in quanto trascendente.
Proclamare che Gesù è Signore del mondo vuol dire che il mondo non è affidato al caso, come alcuni pensano e dicono, ma che è guidato dalla mano invisibile e sapiente di Dio.
Il brano del vangelo odierno, l'ultimo del corrente anno liturgico, attira la nostra attenzione sul nostro atteggiamento nei confronti del prossimo, in base al quale saremo giudicati.
L'atteggiamento di oggi nel riguardo dei nostri fratelli, starà alla base della sentenza sul nostro operato, durante la nostra vita su questa terra, come è scritto nelle beatitudini.

Il primo brano della liturgia della parola è tratto dal libro del profeta Ezechiele. In esso viene detto che Dio è vicino a noi come “il buon pastore” è vicino e si prende cura del suo gregge, senza preferenze. Egli non si comporta come i potenti che hanno interesse solamente del proprio tornaconto e non del bene di quanti guidano. E che il pastore “divino” ami di un amore infinito il suo gregge è messo in evidenza, nel brano che è stato letto, dai verbi usati per esprimere la premura che egli ha nei riguardi delle sue pecore: “ Cercherò, avrò cura, passerò in rassegna, radunerò, condurrò al pascolo, andrò in cerca della perduta, fascerò la ferita, curerò la malata.

Il Salmo che fa seguito alla prima lettura ci mostra l'immagine di Dio: buon pastore ma anche generoso ospite. È buon pastore in quanto conduce il suo gregge dove l'erba è abbondante e verde, ci sono fonti d'acqua viva ed è in completa assenza di animali rapaci, che possono insidiare il gregge. Ma egli è anche un ospite generoso che prepara una mensa, offre dell'olio profumato e un calice traboccante nell'intimità della casa di Dio.
L'uomo contemporaneo si coorte come chi si vergogna di essere felice, quando lo è, ma ricerca la felicità quando gli manca. Eppure dovremmo essere felici sempre perché camminiamo verso Dio che ci viene incontro: “ Felicità e grazia mi saranno compagne” perché “ abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni”.

Nella seconda lettura l'apostolo Paolo dice che tutti gli uomini muoiono in Adamo. Ma se è vero che tutti siamo sottomessi a un numero infinito di alienazioni, ultima delle quali è la morte, è altrettanto vero che Cristo ci ha, con la sua morte e risurrezione, liberato da tutti questi inciampi e i ha immessi in una nuova umanità.
Cristo risorto ha condiviso il suo trionfo con la Chiesa e gli detto l'incarico di vincere, in collaborazione di tutti gli uomini, il male, l'odio, la paura e la morte. Questa lotta è tutt'ora in corso, con molte perdite e ferite, per quanto dura questo mondo. Ma quando questo mondo finirà la morte sarà vinta.

Il Vangelo di Matteo, che è stato proclamato poco fa, è un chiaro riferimento al libro di Daniele e descrive la venuta di Gesù per il giudizio definitivo sull'umanità e la manifestazione del suo Regno.
Ma la nostra sorte non si decide nell'aldilà: è adesso, durante questa vita terrena, che scegliamo di stare, per l'eternità, con Cristo oppure contro di lui. È durante questa vita che scegliamo entrare a far parte del Regno o di escluderci, secondo che avremmo riconosciuto Cristo nel volto dei fratelli bisognosi. È questo un chiaro riferimento alle opere di misericordia che non pone limiti all'amore.
L'evangelista Matteo, in questi versetti, precisa una cosa molto importante, per noi abituati a cercare Dio nelle nostre chiese e nei nostri santuari, egli ci chiarisce che è l'aiuto prestato o rifiutato ai sofferenti che è l'aiuto prestato o rifiutato a Cristo.
Essere partecipi della sua regalità vuol dire entrare in un movimento di condivisione attraverso i gesti umili di pietà. L'importante non è sapere che questa presenza di Dio in noi è donata a tutta l'umanità, anche a quelli che non credono. Ciò è dovuto al fatto che il Regno è un regno di amore e per entravi il passaporto necessario è l'amore.

Revisione di vita
- Siamo certi che l'amore e solo l'amore è il valore che da senso alla storia dell'umanità? e che ci
fa tutti fratelli?
- Abbiamo veramente capito che per farne parte non è risolutivo conoscere il progetto di Dio ma
amare il prossimo?
- Abbiamo mai penato che l'elenco di interrogativi, contenuti nel Vangelo saranno saranno le

domande finali della vita?

Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari.

 

Ricerca avanzata  (54422 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: