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TESTO Commento su Matteo 25,1-13

Paolo Curtaz  

S. Caterina Da Siena (29/04/2014)

Vangelo: Mt 25,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,1-13

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Nicodemo è un devoto, un pio, un puro. Osserva le minuzie della Legge per esprimere il suo grande amore per Dio. Pratica il digiuno anche per chi se lo dimentica e giunge a pagare la decima anche sulle spezie. È una forma di disciplina interiore, un rispetto delle regole che lo mettono nella condizione di essere amato e accolto da Dio, dal suo punto di vista. Bene, bravo. Ma Nicodemo, così traspare dal vangelo, non è un saccente, non un arrogante che guarda dall'alto le altre persone, anche quelle deboli e fragili, no. Nicodemo si mette in gioco per capire. E Gesù gli chiede di rinascere, di cambiare mentalità, di aprirsi ad una nuova logica, quello dello Spirito. Che soffia dove vuole, impetuoso. Che scardina, mobilita, scuote, spinge. Anche noi, a volte, rischiamo di fare l'errore di Nicodemo, pretendendo di imbrigliare lo Spirito di Dio, instradandolo in percorsi che noi uomini abbiamo (maldestramente) delineato. Non è così: se ci affidiamo a Dio, se non pretendiamo di condurlo, se non lo ingessiamo nelle nostre regole, corriamo il rischio di andare là dove egli ci vuole veramente condurre...

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