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TESTO Commento su Gv 14,6-14

Paolo Curtaz  

Santi Filippo e Giacomo (03/05/2013)

Vangelo: Gv 14,6-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

La memoria di due apostoli, Filippo e Giacomo, ci inseriscono nel grande solco della predicazione degli apostoli che ci hanno consegnato il vangelo giunto intatto fino a noi...

Quanto è simpatica la Provvidenza! È difficile immaginare la festa di due apostoli così diversi fra loro! In realtà la loro memoria è legata alla traslazione a Roma delle loro reliquie, avvenuta nello stesso momento. Filippo è di Betsaida, in Galilea, il nome ne tradisce l'origine meticcia, discepolo del Battista, sarà lui a portare dei greci al cospetto di Gesù. Un uomo di confine, quindi, che riesce a superare e a far superare agli apostoli le chiusure del piccolo mondo giudaico. Mondo da cui proviene invece Giacomo il minore, cugino di Gesù, primo vescovo di Gerusalemme e autore di una lettera finita poi nel Nuovo Testamento. Persona piuttosto conservatrice e molto attenta alla continuità con la tradizione giudaica, Giacomo si scontrerà frontalmente con le eccessive aperture di un altro apostolo, Paolo. E la Provvidenza li ha messi insieme, Filippo, il più straniero fra gli apostoli e Giacomo, il più conservatore, per ricordarci ancora una volta che la Chiesa non è quello sgorbio che troppo spesso pensiamo nel cuore, ma la manifestazione piena della creatività e della fantasia di Dio che non respinge nessun uomo che porti nel suo cuore il desiderio di infinito...

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