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TESTO Spezza il tuo pane... sarai luce

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/02/2014)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Abbiamo accolto, contemplato, adorato Cristo Luce delle genti. "Io sono la luce del mondo, chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita"

Il vangelo di oggi ci riporta le sue parole rivolte ai suoi discepoli, a noi suoi discepoli di oggi: " Voi siete la luce del mondo... risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli". "Voi siete il sale della terra..."
Come essere sale, come essere luce?

Già nella prima lettura, il testo profondo e concreto del profeta Isaia, ci viene indicato dalla Parola di Dio come essere luce. "Dividi il pane con l'affamato, introduci in casa i miseri, i senza tetto, vesti chi è nudo, senza trascurare i tuoi parenti. In questo modo la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà."

"Se togli di mezzo al polo l'oppressione, il puntare il dito, il parlare empio, se apri il tuo cuore all'affamato, se sazi l'afflitto di cuore... brillerà tra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il pomeriggio"

"Invocherai il Signore ed egli ti risponderà, implorerai aiuto ed Egli dirà: Eccomi".

Questo è essere luce: amare in questa maniera concreta il prossimo. La bontà, la carità, la condivisione realizzano la vita, danno gioia al cuore, sono la cosa più giusta e più necessaria per il prossimo, per quanti hanno bisogno, danno gloria a Dio, aiutano a credere in Dio. Molte sono le testimonianze di persone buone, che vivono la condivisione e la carità cristiana: le persone, anche i non credenti o di altre religioni si chiedono: ma chi glielo fa fare? Queste persone buone davvero dimostrano di credere in Dio, testimoniano che la loro preghiera è vera e sincera, che l'amore è la cosa più grande, perché è la vita di Dio ed è il senso dell'esistenza di ogni uomo.

Sono le opere che diventano luce, e noi siamo luce se facciamo le opere. "Mostrami le tue opere", dirà S. Giacomo.

Le opere dobbiamo compierle, non per una nostra soddisfazione, ma perché i nostri fratelli ne hanno estremo bisogno. La misura del nostro amore, del servizio, della condivisione sono le indescrivibili necessità dei più poveri.

Le opere dobbiamo farle "perché gli altri abbiamo a rendere gloria al Padre che è nei cieli". E' necessario fare attenzione a frasi come queste, che sappiamo a memoria, ma che difficilmente riusciamo a vivere. Occorre esaminarci prima di tutto per non far fare brutta figura al Signore, per non scandalizzare, per non essere noi stessi ostacolo alla fede in Dio. E' terribile la scena nel film "Perlasca" quando il soldato "cristiano" vuol far dire all'ebreo il Padre Nostro e in nome di quel Padre Nostro che lui non sa, l'uccide. Terribile controtestimonianza. Ma anche nel nostro piccolo, a volte può capitare che il cristiano praticante sia il primo a litigare in condominio o a non aderire alle proposte positive che vengono da altri.

Se siamo sinceri, nel nostro esame di coscienza, dobbiamo dire che siamo poco luce, che siamo tenebra e forse notte fonda, pensando a quanto poco spezziamo il pane con gli affamati, quanto poco introduciamo in casa i miseri e i senza tetto. a livello individuale, familiare, sociale. Però questa è la strada della vita per tutti: questa è l'opera che ci è davanti oggi più che mai e che vogliamo compiere.

Dobbiamo togliere l'oppressione, l'ingiustizia, dobbiamo lavorare per la pace e la dignità di ogni persona; dobbiamo impegnarci per togliere la fame, le malattie, gli sfruttamenti.

Queste sono le opere che diventano luce. E soprattutto ogni opera buona va fatta per il Signore: da Lui tutto viene, Lui tutto sostiene, a Lui la lode, la riconoscenza e l'amore per ogni cosa che riusciamo a compiere.

Testimonianza dell'Associazione papa Giovanni XXIII, fondata da d. Oreste Benzi: "Grazie all'iniziativa "Un Pasto al Giorno", davvero ogni giorno riusciamo a condividere la nostra mensa con 41.000 persone in tutto il mondo.

Oggi la Comunità Papa Giovanni XXIII si siede a tavola con i poveri di 32 Paesi nel mondo: nelle tante Case Famiglia, Mense per i poveri, Centri Nutrizionali e centri di accoglienza di APG23 tutte queste persone, che altrimenti non avrebbero alternativa, trovano un pasto e il calore di una famiglia.

 

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