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TESTO Commento su Gv 14,6-14

Paolo Curtaz  

Santi Filippo e Giacomo (03/05/2012)

Vangelo: Gv 14,6-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Oggi facciamo memoria di due delle colonne su cui si fonda la nostra fede: Filippo e Giacomo, così splendidamente diversi nella loro avventura interiore e indicati come modelli per ogni cercatore di Dio.

Riflettiamo sempre poco sulla splendida diversità dei dodici apostoli! Noi che vorremmo una Chiesa compatta, un pensiero unico, noi che mal sopportiamo le differenze nella nostra parrocchia... Filippo, è discepolo del Battista, e il nome greco ci fa supporre che fosse di origine meticcia, in contatto con i greci, quei pagani che sono ammirati dalla predicazione del Signore. Giacomo il minore è il cugino di Gesù, egli sostituirà l'altro Giacomo, primo apostolo ucciso, alla guida della comunità di Gerusalemme, e ci viene presentato come un apostolo decisamente conservatore. Un amico dei pagani e un amico dei giudei tradizionalisti fanno parte del primitivo gruppo dei discepoli, che meraviglia! E la Chiesa, per sottolineare questo fatto, li festeggia insieme... Sono come i due simboli, le due facce della Chiesa che, sempre, è chiamata a non svendere il prezioso tesoro del vangelo consegnatoci da Cristo e, nel contempo, a non arroccarsi o chiudersi al mondo. Che i due apostoli, così diversi nei loro percorsi interiori e nella loro esperienza, ci insegnino a difendere la diversità come un valore all'interno della Chiesa, senza adottare logiche mondane che tradiscono il grande sogno voluto dal Signore.

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