PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Eucarestia, fusione di corpi

don Giovanni Berti

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (10/06/2012)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Clicca qui per la vignetta della settimana

Al museo del Castello Sforzesco di Milano è conservata l'ultima opera scultorea di Michelangelo Buonarroti, la Pietà Rondanini. Il nome di questo gruppo scultoreo viene dai marchesi Rondanini che la aquistarono nel 1744 per metterla a Roma e che poi, dopo vari passaggi finì a Milano, dove si può ancora oggi ammirare.

La particolarità di questa opera è che è un abbozzo, non è un opera finita. Si dice che Michelangelo vi lavorò fino a pochi giorni prima di morire, nel 1564. Il grande artista rinascimentale iniziò la scultura parecchi anni prima, attorno al 1553. Ne fece una prima versione, ma poi decise di cambiare e iniziò, sullo stesso marmo una seconda versione. Questo cambiamento di impostazione è visibilissimo in vari punti, compreso il doppio braccio destro di Gesù, che Michelangelo aveva iniziato a riscolpire in una posizione diversa.

Il gruppo scultoreo rappresenta Maria in piedi che sorregge il corpo di Gesù, anch'esso quasi in piedi, ma cadente. Il fatto che l'opera sia incompiuta, e che le figure con i volti e le parti delle figure siano ancora in fase di abbozzo e non levigati, accentua ancor di più il senso di fusione tra i due corpi, quello di Gesù e quello della madre. Maria e Gesù, pur se rappresentati nel momento terribile della deposizione dal patibolo della croce, sono abbracciati in una maniera molto dolce e direi, a mio parere, piena di vita e di amore.

Non si sa bene se è Maria che emerge dal marmo di Gesù o viceversa, e questo è estremamente stimolante per una riflessione spirituale davanti alla scultura.

Maria, nella nostra tradizione spirituale, rappresenta la Chiesa, tutti noi. E allora, in questo lavoro incompiuto di Michelangelo così intenso, vedo questa reciproca fusione tra la comunità dei credenti e Gesù morto e risorto. La Chiesa sorregge e mostra al mondo il Signore morto e risorto perché essa stessa è parte di Gesù, e perché la Chiesa è il vero Corpo di Cristo. Senza questa presenza di Gesù nella Chiesa, la Chiesa non ha senso, proprio come nella scultura michelangiolesca Maria è li perché li c'è Gesù, e non avrebbe senso rappresentata da sola.

Quando la sera dell'ultima cena Gesù pronuncia le frasi che poi sono al centro della messa che celebriamo, non intende solo consegnare ai discepoli un nuovo rito e nuove formule, in modo da sostituire quelle antiche ebraiche. Gesù quella sera, nel cenacolo, consegna ai discepoli una nuova identità e una nuova missione: essere il suo corpo nel mondo per portarlo ovunque e verso tutti.

Nella messa a volte siamo troppo attenti ai riti, alle parole e a compiere i gesti in modo corretto e liturgicamente esatto. Ma il rito, fatto di gesti e parole, ha senso se ne conosciamo il fine che è quello di fonderci con Cristo, ritrovando ogni volta la nostra identità di Corpo di Cristo.

Se Gesù ha dato tutto se stesso per il mondo, anche noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso.

Questa è la vera Eucarestia da celebrare con la vita.... tutti i giorni, in una continua e quotidiana fusione di corpi, quello nostro e quello di Gesù.

Clicca qui per lasciare un commento.

 

Ricerca avanzata  (54422 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: