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TESTO Ricominciare da zero...

don Luciano Sanvito

Mercoledì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/07/2011)

Vangelo: Mt 10,1-7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ritornare alle "pecore perdute della casa di Israele"...è la nuova evangelizzazione.

Quella che costa di più, ma che vale di più, specie per la Chiesa, abituata sempre a friggere la Parola e mai a farsi friggere da essa.

Ma a questo gli apostoli sono chiamati: a rivedere il proprio modo di stare in Israele, e a fare di Israele non il punto di arrivo e di termine del viaggio, ma il punto di partenza per un viaggio sempre nuovo, sorprendente e infinito...che spalanca la visione dello stupore, specie a chi, nella Chiesa, si è ormai abituato a vedere con gli occhi della carne, del mondo, del già fatto, detto, dato...e finito.

La vocazione degli apostoli rilancia all'avventura dello sguardo dello Spirito, e non permette a nessuno di adagiarsi nelle comode poltrone del piacere e del godere il qui e subito, mentre ci fa essere coscienti di una eternità che sprizza da ogni molecola del nostro corpo, per renderla segno di quell'infinito che siamo chiamati e rivivere e a far rivivere in questo mondo.

Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa, e solo in questa ottica possiamo gloriarci di professarla...altrimenti è solo superbia e arroganza.

Ricominciare da zero è assimilare ogni esperienza con la sintonia del punto di partenza, riconoscendo che a costruire non siamo noi, ma lo Spirito in noi; allora non ci angosciamo più, non siamo più nell'ansia e nella fretta del vedere il risultato, perché esso è sempre con noi: questo "zero" di garanzia dà valore a ogni nostro numero, che altrimenti, senza questa esperienza originale e originaria, resta secco e squallido, pur nella festosità e nei colori apparenti delle feste (specie religiose).

Affidarsi al mandato significa riconoscersi nella coscienza di essere mandati, a partire da un messaggio tagliente e efficace che avrà risultati sorprendenti quanto più siamo disposti a lasciarlo passare, come una "spada a doppio taglio", su noi stessi, per renderci - sempre più di ieri, e sempre meno di domani - apostoli del vero, di quella Verità che non è mai in nostro possesso, ma ci è sempre donata.

 

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