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TESTO Commento Giovanni 14,6-14

Paolo Curtaz  

Santi Filippo e Giacomo (03/05/2003)

Vangelo: Gv 14,6-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Filippo e Giacomo, due delle colonne, diversi tra loro, portatori di luce, uomini come noi, pieni di sogni, di vicende personali, di esperienza, hanno seguito il Maestro per inseguire il sogno di Dio. Oggi pregano con noi, per noi, e ancora ci indicano il volto di Cristo.

Filippo e Giacomo: celebrare la solennità di due apostoli ci permette, periodicamente, di tornare alle radici delle fede, di fissare lo sguardo sulla concretezza della fede; queste persone, questi nomi, sono davvero esistiti, avevano un volto, un tono di voce, un carattere, una famiglia, dei sogni, delle paure. Sono giunti a noi quasi coperti dalla stazza del loro Maestro, quasi come se di loro e della loro storia poco importasse. Filippo, lo abbiamo sentito, apre il suo cuore e i suoi dubbi in quell'ultima tragica notte: vuole essere rassicurato sulla sua intuizione e Gesù lo rassicura, sì vedere lui equivale a vedere il Padre. Di Filippo sappiamo che fu tra i primi ad essere chiamato, secondo l'evangelista Giovanni e che a lui si rivolsero i greci per conoscere Gesù. Un uomo cosmopolita, abituato ad avere a che fare con i pagani della decapoli. Ci piace immaginarlo come uno dei nostri giovani che girano il mondo per studio, che sono informati e aperti a tutte le novità. Giacomo, invece, forse lo stesso che viene chiamato il "fratello del Signore", detto il minore per distinguerlo dal fratello di Giovanni e a cui viene attribuita una lettera del Nuovo Testamento, sarà il primo a rendere testimonianza della sua fedeltà al Signore con la morte avvenuta a Gerusalemme nell'anno 62. Che questi amici di Dio, che hanno conosciuto e amato il Maestro Gesù, che con lui hanno vissuto la straordinaria esperienza della loro fede, ci aiutino a richiamare alla memoria tutti i milioni di fratelli e sorelle che, come noi e prima di noi, hanno trovato luce e speranza del vangelo.

Filippo, Giacomo, fratelli e amici, aiutateci, oggi, a seguire il Maestro, nostro e vostro Signore, che avete testimoniato fino al dono della vostra vita!

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