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TESTO Vi do la mia pace

don Romeo Maggioni  

VI domenica T. Pasqua (Anno A) (29/05/2011)

Vangelo: Gv 14,25-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

La pace interiore l'uomo cerca veramente. Quella pace che è sicurezza di essere nella verità, di non essere imbrogliato nelle cose che contano, di realizzare quelle speranze grandi che il cuore gli suscita.

E' la pace che deriva dal conoscere in modo significativo i fatti di un Dio che s'è proteso fino a noi a salvarci della nostra precarietà. I fatti di Cristo risorto, unica piena salvezza per ogni uomo. Appunto "pietra d'angolo" su cui fondare sicuramente la propria esistenza e il proprio futuro.

Questa pace, questa conoscenza decisiva e pervasiva, è dono di Cristo, è il suo Spirito capace di comunicarci lo stesso "pensiero di Cristo", cioè il suo modo di guardare le cose, la vita e Dio stesso.

1) La pietra d'angolo

Un uomo è guarito a Gerusalemme "nel nome di Gesù Cristo il Nazareno". Un fatto testimoniato con fermezza da "persone semplici e senza istruzione", riconosciuti "come quelli che erano stati con Gesù" (Lett.). Un fatto inspiegabile perché tutti "vedendo in piedi, vicino a loro, l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare". La risposta c'è: sta nella potenza di quel Gesù "che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti". Alla radice sta un evento che immette una risorsa di trasformazione e di vita nella vicenda umana; Pietro lo annuncia con forza nel suo primo discorso a Pentecoste: "Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso" (At 2,36). La risurrezione accredita Gesù come l'inviato di Dio e ne proclama la signoria divina su tutta la realtà umana.

Egli "è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo", cioè il fondamento di un mondo nuovo ormai gestito da Dio per la salvezza di ogni uomo. E' da lui e con lui che ora soltanto si può costruire qualcosa di sano e di definitivo: "In nessun altro c'è salvezza: non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati". Per chi sente di aver bisogno di una salvezza da Dio, ora l'unico tramite è questo Cristo risorto: "Uno solo infatti è Dio e uno solo anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1Tm 2,5-6).

Dentro le autosufficienze soggettive che lasciano delusioni e vuoto, tra le proposte di evasione e relativismo morale che annegano l'animo tra dubbi e paure, tra proposte religiose d'ogni tipo che oggi affollano il mercato sollecitando emozioni e ambienti caldi e promettendo risultati miracolistici, ma senza una sufficiente razionalità e sicurezza quale risulta dal mondo delle sette..., quanto è necessario - per la pace vera interiore - appoggiare la nostra fede e la nostra speranza su fatti, su testimonianze ben precise e documentate quale appunto è la risurrezione di un Uomo che si è presentato non come caso unico, ma "primizia di coloro che sono morti" (1Cor 15,20). Cose forse che conosciamo, che forse condividiamo, ma che stentiamo a tradurre come significative per la propria vita. Quanti cristiano faticano a credere alla risurrezione della carne!

2) Lo Spirito Santo

"Ma l'uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito" (Epist.). Dice altrove san Paolo: "Chi infatti conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio" (1Cor 2,11). Non c'è acume umano che giunga a conoscere l'intimo disegno di Dio e la sua vera identità; solo una sua rivelazione lo può permettere: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18). Ora ciò che Cristo ha rivelato lo può conoscere chi ha ricevuto "lo Spirito Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato". Anzi con lui "noi abbiamo il pensiero di Cristo" (Epist.).

Ecco allora il grande dono di Cristo risorto ai suoi: "Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". Paraclito significa uno che sta al nostro fianco come prolungamento della presenza e dell'azione stessa di Gesù, ormai salito al cielo. "Non vi lascerò orfani: verrò da voi" (Gv 14,18). "Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce" (Gv 14,16-17). E' colui che fa memoria viva di Gesù e del suo mistero: "Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà" (Gv 16,14).

Dal che deriva la necessità dell'azione dello Spirito per una autentica esistenza cristiana. Solo "quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio" (Rm 8,14). "Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene" (Rm 8,9). Sì la fede, sì la Parola di Dio, ma solo se sostenuta dalla preghiera e dai sacramenti perché sia lo Spirito a far capire e vivificare quella che altrimenti resterebbe cultura insignificante per la vita. Molto dell'afflosciarsi della testimonianza cristiana dipende da una pastorale che oggi privilegia troppo convegni e incontri.., e poco la crescita spirituale nella preghiera, nella azione diretta dell'Eucaristia (messa e adorazione) che sono il veicolo privilegiato per lasciarsi coinvolgere dall'azione dello Spirito. La "santità" è opera diretta dello Spirito, non sforzo o velleità umana!

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Novena dello Spirito Santo, questa settimana, che prepara la solennità di Pentecoste. Tutti sentiamo il bisogno di capire qualcosa di più del mistero di Dio e della nostra fede. Non devono mancare i nostri sforzi di conoscenza (l'ultimo libro del papa: Gesù di Nazaret, vol. secondo) è un'ottima occasione di approfondimento. Ma è l'invocazione allo Spirito ciò che è decisivo. Gli apostoli nel Cenacolo furono cambiati proprio dall'effusione dello Spirito, che si rinnova anche per noi quest'anno sul cuore di chi ne è aperto e docile.

 

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