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TESTO Chiesa visibile e invisibile

don Daniele Muraro  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/01/2011)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

La passata Domenica nel racconto del battesimo di Gesù san Matteo diceva che era toccato a Gesù, appena uscito dall'acqua, di veder scendere su di lui lo Spirito santo sotto forma di colomba, precisando che per Lui, e non per altri, si erano aperti i cieli.

Con tale descrizione il primo evangelista voleva far capire che gli intervenuti al fatto, pur intuendo che qualcosa di straordinario stava capitando, non ne ebbero una percezione precisa.

Oggi ritorniamo sullo stesso episodio, usando la versione secondo Giovanni. In essa al posto della descrizione diretta del battesimo, viene raccolta la testimonianza del Precursore. Il Battista dichiara di avere visto, o detto meglio contemplato, anche lui lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere sul Cristo. Al momento del ritorno sulla scena di Gesù questo fatto andava sottolineato non era apparso evidente la volta precedente.

C'è qualcosa di invisibile nella fede cristiana, che riguarda la persona di Gesù e anche la stessa Chiesa. Gli Apostoli videro l'uomo e credettero nel Figlio di Dio e così noi vediamo le strutture e crediamo che la Chiesa fondata da Gesù Cristo viene da Dio.

In Gesù Cristo c'è il Verbo, che è invisibile, e la natura umana, che è visibile; nella Chiesa c'è lo Spirito santo, che è invisibile, e l'organismo sociale, che è visibile. Come abbiamo un solo Signore, nato nel tempo e salito alla gloria, così esiste una sola Chiesa, in parte pellegrinante nel tempo e in parte già arrivata al Regno e perciò complessa nella sua costituzione.

Afferma il Concilio Vaticano II: "Dio volle infatti santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità."

E aggiunge: "Come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo non dissimile l'organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del corpo".

Cristo è il Capo che vivifica il Corpo della Chiesa; di questa verità troviamo un anticipo nella prima lettura. Servo del Signore è il Messia, che ha l'incarico di riunire il suo popolo, ma diventa poi la Chiesa che porterà la salvezza fino all'estremità della terra.

La Chiesa si presenta come un'assemblea, riunita dalla predicazione della Parola di Dio e sostenuta dalla celebrazione dei sacramenti. Nel tempo essa si organizza con una struttura esteriore, ma è in virtù della grazia di Dio che si perpetua nel mondo e dunque nel suo mistero essa resta invisibile.

Il Concilio chiama la Chiesa anche sacramento di Cristo, ossia il segno e lo strumento (efficace) dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano. La Chiesa conserva una parentela con l'antico popolo dell'alleanza, ma la sua apparizione segnala una novità: contemporaneamente ad essa e non senza di essa si sviluppa il Regno dei Cieli. Inizio del Regno di Dio e nascita della Chiesa coincidono, simultanea è la crescita dell'uno e dell'altra e non vi sarà differenza tra Regno di Dio compiuto e Chiesa arrivata alla mèta.

Continua il Concilio Vaticano II: "La Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino."

Tenere distinti è la Chiesa visibile da quella invisibile è segno di saggezza, in una tensione verso il meglio che non può dimenticare né la fragilità umana né la potenza di Dio. Separare l'una dall'altra attribuendo valore solo a quella invisibile, è un grave errore, che alla fine distrugge lo specifico cristiano.

A complicare le cose interviene il peccato, che non manca nemmeno dentro la Chiesa, fra comuni battezzati e tra i ministri, ma che non può far breccia a tal punto da distruggere la forma divina che Dio ha impresso alla sua opera. Dobbiamo ricordare che quando un fedele, fosse anche un rappresentante autorevole della Gerarchia, pecca gravemente, quello smette di far parte viva della Chiesa, ma la totalità dei fedeli, popolo e gerarchia, non si potrà mai sbagliare nella fede e mai si estinguerà l'amore.

Fu Gesù stesso a garantire che il male non avrebbe prevalso prevalso tra i suoi discepoli e infatti san Paolo si rivolge ai cristiani di Corinto salutandoli come "santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata". Anche noi ogni domenica ripetiamo: "Credo la Chiesa una santa cattolica e apostolica!".

La Chiesa visibile dunque non può essere considerata un diaframma da abbattere al fine di stabilire un immediato rapporto tra l'uomo e Dio. La dimensione terrestre della Chiesa non è un ostacolo, ma il luogo dove si entra per la fede, si vive nella speranza e ci si educa alla carità.

Occorrono persone dallo sguardo particolarmente acuto per cogliere a prima vista il nesso tra Gesù e la Chiesa e tra la Chiesa e il Regno. San Giovanni Battista ha anticipato il mistero. Dice che lo Spirito è disceso sul Cristo per rimanervi. Così è anche per la Chiesa dal giorno di Pentecoste in poi: in essa abita lo Spirito di Dio.

Tale caratteristica per qualsivoglia cristiano non dovrebbe essere una dimensione estranea, perché questo Spirito l'ha ricevuto anche lui nel battesimo. Ogni cristiano dunque deve sforzarsi di vedere nelle manifestazioni esterne della Chiesa la vitalità interiore che la anima, partecipando con fede alla vita della sua comunità e invitando a parteciparvi con amore.

 

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