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TESTO Commento su Giovanni 15,9-17

Paolo Curtaz  

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (17/05/2009)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Viviamo la nostra vita elemosinando amore, viviamo la nostra vita nella segreta speranza di vedere il nostro cuore colmato di gioia. Dio la pensa allo stesso modo, Gesù è venuto perché la nostra gioia sia piena e per farlo dona la sua vita. C'è un unico problema: trovarci.

Spesso il circuito d'amore viene interrotto dalle nostre lentezze e chiusure, dalla nostra fatica e dal nostro peccato. Se capissimo che Dio ci chiede soltanto di lasciarci amare, di lasciarci raggiungere dalla sua misericordia! Ed è ovvio che l'amore cambia, mi cambia. Dio non ci ama perché siamo amabili ma - amandoci - ci rende amabili e capaci di superare la parte oscura che abita nel profondo di ciascuno di noi. Giovanni nella sua prima lettera ci chiama ad essere testimoni dell'amore. Con i fatti.

Amare l'altro (chiunque esso sia) significa mettere lui al centro della mia attenzione, significa lasciare che la sua vita, i suoi interessi, il suo modo di essere sia accolto e valorizzato. Ascoltando questa Parola il mondo potrebbe essere qui e ora un pezzo di Regno in cui, nella concretezza del nostro limite e del perdono da dare e ricevere, una persona potrebbe sinceramente stare a proprio agio. Essere cristiani significa guardare l'altro (chiunque esso sia) negli occhi e dirgli: "Ti voglio bene". Magari non sono d'accordo su come la pensi, su cosa fai, ma ti voglio bene, desidero il tuo bene, ti aiuto a raggiungere il bene. E il sentirsi amati, credetemi, sposta il mondo.

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