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TESTO Commento su Matteo 13,54-58

Paolo Curtaz  

S. Giuseppe Lavoratore (01/05/2008)

Vangelo: Mt 13,54-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? 55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Iniziamo il mese di maggio in compagnia di Giuseppe, padre di Gesù. Gesù, insieme a suo padre, ha conosciuto la bellezza, la dignità e la fatica del lavoro. La Chiesa vuole richiamare a tutti noi il senso profondo del lavoro nella prospettiva biblica.

Gesù è ricordato come figlio del falegname, del carpentiere. Come accade ancora oggi tra gli artigiani, Gesù ha imparato il proprio mestiere sin da adolescente, nella bottega del padre. Commuove immaginare la piccola stanza di Nazareth invasa dai trucioli e dall'odore delle resine, vedere il robusto Giuseppe insegnare al piccolo Gesù ad usare con delicatezza la pialla per togliere ogni asprezza dalla venatura del legno. Dio ha conosciuto la fatica del lavoro, la soddisfazione di toccare con mano l'opera del proprio ingegno ma anche, come lasciano intendere i vangeli, sa delle mille piccole preoccupazioni di chi vive di un lavoro autonomo, sempre in balia degli eventi storici (e, oggi, del mercato!). Il tempo che viviamo, tempo di globalizzazione e di grandi risorse, in teoria, sta sperimentando nuove forme di lavoro che, ci assicurano, sono necessarie per restare concorrenziali in un mondo sempre più piccolo. Come cristiani, inascoltati proprio nei paesi di tradizione cristiana, continuiamo a chiedere che sia l'uomo al centro, non il profitto, che il lavoro sia sempre a servizio del bene comune, non del guadagno di pochi eletti, che leggi del mercato le fanno gli uomini! O il mondo del lavoro ritrova la sua umanizzazione profonda o i conflitti sociali sono destinati ad esplodere. Viviamo oggi con dignità e consapevolezza il nostro lavoro, sapendo che stiamo aiutando Dio a completare la Creazione.

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