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TESTO Come sono i nostri incontri?

don Giovanni Berti

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/07/2010)

Vangelo: Lc 10,25-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,25-37

In quel tempo, 25un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

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Mia sorella con la sua famiglia è stata qualche giorno in vacanza a Berlino. Proprio negli stessi giorni alcuni vicini di casa, la cui conoscenza è davvero di lunga data, si trovavano anche loro a Berlino. La città, mi ha raccontato al ritorno mia sorella, nei giorni della loro visita era davvero straripante di gente, moltissimi turisti e anche diversi tedeschi venuti nella capitale in occasione dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Il penultimo giorno della loro vacanza, in modo assolutamente fortuito, le due famiglie (quella di mia sorella e quella dei vicini di casa) si sono trovate sulle scale della metropolitana. E' stato davvero buffo rivedersi per caso in una grande città straniera piena di gente! L'incontro è stato simpatico ed è servito a mia sorella per rimediare un buon consiglio su un ristorante nei paraggi che i vicini di casa le hanno indicato.

Un episodio molto piccolo che forse è simile ad esperienze vissute da tanti di noi, ma che mi ha fatto riflettere sulla molteplicità di incontri che abbiamo in una giornata, incontri molto spesso casuali che hanno tanti risvolti diversi.

Nella parabola del Vangelo di parla di diversi incontri, che hanno come luogo di azione questa strada tra Gerusalemme e Gerico, una strada di comunicazione molto usata a quel tempo.

Gli incontri che sono narrati hanno esiti assai diversi, a seconda del modo di porsi dei vari personaggi. Da come si svolge l'incontro possiamo capire molto di chi sono le persone.

La parabola inizia con l'incontro tra il povero viandante e i ladri, e si risolve in un atto di violenza terribile. I ladri non vedono un esser umano sulla strada, ma solo una occasione di fare soldi. Chi incontrano non è degno di rispetto, è solo un sacco da svuotare e gettare via.

Ecco poi gli altri due incontri, che Gesù raddoppia quasi a voler sottolineare come sia molto facile che molti incontri tra persone si risolvano purtroppo in questo modo. Il sacerdote e il levita, sono li "per caso" e da un certo punto di vista non c'entrano nulla, e forse si sentono "in diritto" di non intervenire. E così fanno. Passano, vedono, passano oltre. Forse, essendo addetti al culto, non possono "contaminarsi" toccando un ferito.... Di fatto nel loro agire regna l'indifferenza e la convinzione che questo per terra non ha nulla a che fare con loro!

E infine l'incontro con il samaritano. Anche lui passando vede, come i ladri prima e poi come il sacerdote e il levita, questo uomo. Per lui non è un sacco da svuotare, non è nemmeno un fastidio o un pericolo di contaminazione, ma è uno di cui "aver compassione"! Questa compassione esprime una identificazione con il poveretto.

In altre parole il samaritano vede "l'uomo" (non un sacco, un fastidio o un pericolo), così come all'inizio è stato identificato da Gesù che racconta ("un uomo scendeva...").

Il samaritano vede un uomo come lo è lui stesso, vede un suo simile in una situazione nella quale potrebbe trovarsi lui, o magari si è già trovato e qualcuno lo ha aiutato.

Vede un uomo nel momento del dolore, e tutto il resto diventa secondario, anche la meta che il samaritano stesso doveva raggiungere.

Questo è un vero incontro di salvezza, perché, non solo salva fisicamente l'uomo moribondo, ma rimette ottimismo su quella strada tra Gerusalemme e Gerico che rischiava davvero di diventare solamente luogo di incontri sbagliati, violenti e mancati.

Gesù si identifica sicuramente con questo Samaritano, Lui che ha scelto di incontrare l'umanità ferita dalla propria violenza e indifferenza. Gesù sceglie di mettersi sulla mia strada per raccogliermi e prendersi cura di me, ma nello stesso tempo mi invita a far diventare ogni mio incontro, anche quello fortuito e piccolo su una scala della metropolitana, un incontro di salvezza, di amicizia, di cura reciproca e di pace.

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