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TESTO La missione di ogni persona nella vita di famiglia

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (28/12/2008)

Vangelo: Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22.39-40) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Tempio di Gerusalemme. Simeone e Anna, due anziani si recano nel luogo della preghiera e incontrano il Messia; sono il simbolo di tutta l’attesa di Israele, di quei poveri di Dio che invocano il giorno in cui egli avrebbe fatto grazia e inviato il suo Messia. Giuseppe e Maria si recano nella “casa di Dio per adempiere la Legge”.

Non si tratta di gesti vuoti, ma colmi di significato, dentro di essi c’è l’esistenza, essi traboccano dalla vita quotidiana e la trasformano. E proprio nel tessuto vivo di questi giorni di fede e di speranza che lo Spirito realizza questo incontro. E’ un appuntamento di gioia e di luce.

Le parole di Simeone sono splendide. Noi le recitiamo ogni sera, nella preghiera di compieta, prima del riposo. Agli occhi della carne si presenta solo un bambino solo un bambino, accompagnato da genitori di condizioni modeste. Ma agli occhi della fede proprio quel piccolo è la salvezza del mondo, la luce donata ad ogni uomo, la gloria del suo popolo.

Le parole di Simeone sono colme di felicità. Ma non manca un particolare oscuro, una profezia, un presagio di dolore e di tragedia. Quella “spada” che trapassa e trafigge l'anima delinea il rifiuto che verrà riservato a Cristo, la separazione tra chi lo accetta e chi lo rifiuta e il passaggio difficile attraverso la sofferenza che sua madre dovrà affrontare insieme al Figlio crocifisso.

Quello che avviene nel tempio non riguarda, forse, solo i personaggi che abbiamo nominato... È la storia di ogni famiglia cristiana, dei suoi appuntamenti col Signore, dei momenti felici e dei passaggi dolorosi.

È la storia della sua fede, della sua vita apparentemente simile a quella di tante altre, ma percorsa dalla presenza di Dio.

Abbandonato il tempio ci troviamo, infatti, a Nazaret. Ed è lì, nella vita di ogni giorno, tessuta di fatica e di speranza, che si prepara la salvezza che Dio offre ad ogni uomo.

E’ nella fatica e nella speranza di ogni giorno che le nostre famiglie portano avanti la loro opera, nella vocazione e nella missione che Dio ci ha donato.

 

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