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TESTO Caterina la vergine saggia

don Michele Cerutti

S. Caterina Da Siena (29/04/2024)

Vangelo: Mt 25,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,1-13

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Guardo alla figura di Santa Caterina da Siena e rifletto su quale dono è stato per la Chiesa.

Mi risuona Paolo VI che diceva di lei che il suo nome è "fra i più dolci, i più originali, i più grandi che la storia ricordi,...singolarissima donna, non mai abbastanza studiata e celebrata".

Pensando a questa donna penso al volto femminile della Chiesa e in un momento in cui molti vogliono aprire il dibattito sul sacerdozio ministeriale femminile, penso alla caparbietà di Caterina e di tante altre sante che la Chiesa ci propone.

Queste ci dicono che il ruolo della donna nei contesti ecclesiali non è subalterna assolutamente all'uomo.

Ella rappresenta la vergine saggia del Vangelo capace di tenere sempre accesa la sua lampada fornendola dell'olio necessario.

Ci viene in aiuto San Giovanni Paolo II che definì Caterina con due titoli: messaggera di pace e mistica della politica.

Facendo riferimento alla prima espressione fu, infatti, capace di riportare la pace in seno alle famiglie ed alle città facendosi intermediaria a Pisa ed a Lucca, fra il Papato e la città di Firenze, e a Volterra riuscì a sedare gli odii fra due famiglie, una guelfa e una ghibellina. Inviata ad Avignone come ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI, dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377.

Per quanto riguarda la definizione di mistica della politica la vediamo nelle lettere ai politici suoi contemporanei essa ricorda che il potere di governare la città è un "potere prestato" da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica per raggiungere il bene comune e non assolutamente l'interesse personale. Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo che rappresenta l'esempio più alto di giustizia. La giustizia infatti, nella dottrina politica di Santa Caterina, assume un ruolo fondamentale; senza giustizia non c'è pace e se manca la pace viene meno il presupposto che sta alla base della crescita sociale e morale di uno stato. Scrive ai Consoli e Gonfalonieri di Bologna: "Se voi sarete uomini giusti che il reggimento vostro sia fatto... non passionati né per amor proprio e bene particolare, ma con bene universale fondato sulla pietra viva Cristo dolce Gesù".

Quello che dice a noi tutti uomini e donne dentro nella Chiesa che nessuno deve sentirsi inadeguato e quindi nessuno deve sottrarsi al suo impegno.

Non aveva cultura e questa la formò in maniera piuttosto ecclettica e tutte le sue opere sono state dettate fornendo trattati di Cristologia, Trinitaria, Sacramentaria ed Ecclesiologia.
Nel breve cateriniano troviamo questa bella espressione:

«Dio ha suscitato Caterina in un momento difficile della storia della Chiesa. In un momento altrettanto difficile, quale è il nostro attuale, la Chiesa ha ancora bisogno di Caterina. Caterina non è morta. Essa è più viva che mai. La sua voce forte, severa, materna, echeggia ancora»

 

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